Ricchi premi e cotillon da distribuire in classe

Margherita Venturi



Cara lettrice e caro lettore,


dimenticando per questa volta la situazione ambientale, economica, politica e sociale che stiamo vivendo, sia a livello nazione che globale (ma ci tornerò, siatene certi, nel prossimo numero), mi concentro sulla nostra rivista che sta andando proprio bene, sia come numero di visualizzazioni, sia come contributi, che mi arrivano sempre più numerosi e sempre più interessanti.

Il titolo, che ho scherzosamente dato all’editoriale, sta proprio a indicare la ricchezza di spunti didattici che troverai in questo numero e che potrai condividere con le tue studentesse e i tuoi studenti.

Relativamente alla Scuola Secondaria, si parte da quella di primo grado con un percorso sulle gemme, che, pur non essendo propriamente chimico, mette bene in evidenza la potenza dell’osservazione e dell’approccio metodologico delle cinque fasi per favorire la progressiva costruzione degli apprendimenti. Si passa, poi, a quella di secondo grado con un contributo di tipo laboratoriale che si concentra sulle operazioni pratiche normalmente effettuate nei laboratori che operano in campo ambientale; in particolare, il laboratorio affronta le tappe che vanno dal campionamento alla stima dell’incertezza sulla misura ottenuta. Il valore aggiunto di questo percorso è che i docenti si sono trasformati in “committenti” e gli studenti in “tecnici di laboratorio” con problemi reali da risolvere e con tutte le difficoltà che si possono incontrare sul campo.

Sempre per la Scuola Secondaria di secondo grado, c’è un altro contributo molto interessante che riguarda un’attività svolta nell’ambito del Piano Lauree Scientifiche Chimica dell’Università degli Studi di Padova, durante la quale gli studenti hanno affrontato con i loro insegnanti la lettura di un libro scientifico. Il tema centrale di questa lettura è stato il binomio di due quesiti opposti: la chimica è alla base della vita? Ha davvero senso ridurre tutto alla chimica? Si è trattato sicuramente di una lettura impegnativa, una sfida che, però, le classi hanno accolto con entusiasmo, scrivendo una vera e propria recensione di alcuni capitoli del libro, scelti precedentemente. Il meritevole obiettivo del progetto è stato quello di riavvicinare i ragazzi al libro, attraverso una lettura condivisa in classe per stimolare la discussione e il rispetto delle opinioni altrui, promuovendo al contempo un confronto costruttivo tra pari e con l’insegnante. Leggere in classe è, pertanto, un’arma vincente che può far scoprire il piacere della lettura anche a chi non legge.

Poi, parlando di didattica, mi piace constatare che la necessità di usare appropriate metodologie d’insegnamento comincia finalmente a far capolino anche in ambiente universitario; a questo proposito, trovi il contributo dell’Università di Padova secondo la quale, giustamente, la qualità dell’offerta didattica è un’urgenza che deve affiancare la ricerca e l’innovazione scientifica e tecnologica. Perfettamente in linea con questa affermazione, l’ateneo padovano ha sviluppato progetti che dovrebbero essere presi d’esempio dalle altre università, spesso recalcitranti a considerare come reali i problemi che incontrano le studentesse e gli studenti per stare al passo con il curriculum accademico.

Passando a un discorso più generale, ma ugualmente importante dal punto di vista dell’educazione civica, nella rubrica “Transizione ecologica” trovi la seconda parte del contributo dedicato ai protagonisti del mondo materiale in cui si parla di cemento, petrolio, litio, Terre Rare e idrogeno, della loro importanza in ambito tecnologico, del loro impatto ambientale, ma anche delle prospettive future.

In questo numero ritorna anche la rubrica “Dare voce agli studenti” con due interventi che dimostrano quanto entusiasmo le giovani e i giovani mettano nel loro lavoro di ricerca; uno ha come tema centrale la curiosità, la scintilla, talvolta quasi impercettibile, dalla quale può prendere forma una direzione di vita; mentre, l’altro, tratta di un argomento molto caldo che riguarda la resistenza dei batteri agli attuali antibiotici e, quindi, della ricerca per svilupparne dei nuovi più efficaci.

Inoltre, è molto ricca anche la rubrica “Pagine di storia” in cui vengono presentate figure di scienziati, alcuni noti come, ad esempio, Giacomo Ciamician, ma altri praticamente dimenticati come, ad esempio, Emilio Sernagiotto e, soprattutto, come Bartolomeo Gosio che, nel giro di alcuni decenni, passò dalla candidatura al Nobel per la Medicina all’oblio quasi totale.

E a proposito di persone che non hanno avuto il giusto riconoscimento, nella rubrica “Libri da leggere”, c’è la recensione di un bel libro dedicato a Maria Bakunin, una donna orgogliosa e indipendente che pochi conoscono; è una figura di scienziata attualissima perché, al di là del suo impegno scientifico, si interessò di problemi didattici, di sviluppo industriale e di problemi sociali, sottolineando anche il contributo decisivo che le donne possono dare alla cultura e alla società civile.

Da ultimo, e qui cambio cappello indossando quello di presidente della Divisione di Didattica, ricordo di tenerti informato sulle attività che la Divisione organizza per te, consultando il sito: https://www.societachimica.it/divisioni/didattica


Buon lavoro e buona lettura

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